Progetto Teatro Maria Caniglia

Teatro di produzione

Il mondo nel quale stiamo muovendo i primi passi, incerti perlopiù, dopo un evento così paralizzante, straniante, come il lockdown che abbiamo subito a causa dell’emergenza sanitaria mondiale del 2020, è un mondo nuovo. Noi siamo esseri sociali fatti di relazioni umane. Una prossimità conquistata, la nostra, frutto di una complessa evoluzione antropologica e di innumerevoli battaglie culturali nel segno dell’inclusione, eppure abbiamo dovuto imparare a tenerci a distanza. Ma “nel futuro non vedo un ritorno al passato” dice il Prof. Claudio Longhi, noi tutti dobbiamo prendere atto che non ripartiremo dall’attimo prima in cui il modo si è fermato. L’oggi è diverso e bisogna essere lucidi interpreti del nostro presente.

Un presente che ha visto un aumento significativo del consumo culturale in settori come l’editoria, il cinema on-demand, la televisione, l’ascolto di musica in streaming a discapito di altri settori culturali legati a luoghi fisici come i musei, il teatro, le arti performative, fortemente colpiti dalle misure restrittive. Questo ha inciso sulle pratiche di consumo culturale, accelerando di fatti un processo già avviato, azzerando completamente le esperienze dal vivo ed alimentando la fruizione domestica e via web. Il dato che è emerso, però, è che c’è sempre più bisogno di cultura, ne abbiamo bisogno come individui e come società.

L’identità di un territorio, di una città e di una collettività, è rappresentata dalla cultura in essa contenuta ed espressa. È proprio grazie al rinnovamento dei linguaggi, delle correnti artistiche, poetiche e di ricerca, degli scontri ideologici tra fazioni che una società ha delineato, nel tempo, la propria fisionomia identitaria. E
proprio in quest’epoca digitale dove la drammaturgia del racconto è così immediata e volubile, ed è figlia di un processo di cambiamento che ha portato, fra gli altri, alla formazione di una società così multiforme e complessa, siamo certi che il teatro abbia un ruolo fondamentale nell’educazione culturale e sociale.

Attraverso l’esperienza teatrale le persone possono imparare a conoscere se stesse, a confrontarsi con gli altri, a costruire dei progetti comuni. Fin dai tempi di Pericle il teatro era considerato l’essenza stessa della democrazia. La compresenza necessaria fra attori e spettatori, l’unicità dell’evento, la sua grande capacità
evocativa e l’intensità emotiva delle sue rappresentazioni hanno da sempre contribuito alla formazione di una grande coscienza collettiva, basata sull’esercizio del pensiero critico e sulla condivisione del vissuto. Specialmente in questo momento così complesso abbiamo bisogno di pensare ed agire in modo fluido, scevri da condizionamenti in modo da poter dare un senso alle nostre emozioni, al nostro vissuto. Abbiamo bisogno di vivere il presente con consapevolezza e di immaginare il futuro con coraggio e sana ambizione ma abbiamo bisogno di strumenti. Il teatro è proprio questo: è un pensiero che diviene azione grazie ad una
tensione che porta ad un movimento. L’essenza del teatro è lo sguardo ricambiato tra persone reali, il condizionarsi a vicenda. È un processo di immedesimazione.

Non è lo sguardo di Narciso che guarda se stesso, è lo sguardo aperto sul mondo che abitiamo. Il teatro si nutre di relazioni e di compresenza attiva, quella fra attori e spettatori. Da questa condizione nasce la comprensione dell’altro, e quindi una comunità. Il futuro che abbiamo davanti deve essere una chiamata alla responsabilità. Bisogna difendere e riaffermare la nostra cultura, saperla reinterpretare con i linguaggi contemporanei e coltivare l’arte della mediazione
culturale e cioè quel rapporto tra pratica teatrale e società. È nostro dovere comunicare alle nuove generazioni con il loro linguaggio e a loro prestare ascolto.

La cultura quando è osservata, studiata, valutata dal punto di vista dalla capacità di influire sui nostri comportamenti, sulle nostre capacità cognitive ed emozionali, acquista un’importanza e un valore enorme. Per questo è necessario lavorare in modo intelligente su questa capacità in modo da poter produrre degli effetti economici, sociali complessi e duraturi. Fare teatro è un percorso, tra i più belli possibili.

 


 

Il progetto di rilancio, pensato per il Teatro “Maria Caniglia” di Sulmona, nasce dal desiderio di professionisti del settore dello spettacolo, sulmonesi di provenienza, attualmente impegnati nazionalmente e internazionalmente nell’ambito di progetti culturali, di far convergere le proprie conoscenze professionali acquisite negli anni, a favore della rigenerazione di un tessuto sociale attivo e più consapevole rispetto alle attività culturali, e nello specifico nella fruizione degli spettacoli dal vivo e delle attività ad esso collegate.

Auspichiamo un mondo dove l’arte, la cultura in ogni sua espressione, ed il rispetto
delle differenze siano elementi costitutivi dell’essere cittadini e dove il teatro continui a svolgere la sua funzione sociale di azione dell’uomo sull’uomo. Necessaria, vitale, insostituibile

L’idea, alla base del progetto, è quella di avviare un percorso che porti a trasformare il Teatro Comunale di Sulmona “Maria Caniglia”, sotto il cui nome sono da intendersi, come unico contenitore aggregante, oltre che la storica sala da 700 posti, anche la sala del Cinema Teatro Pacifico (circa 250 posti e con la collaborazione di Magia cinematografica), il Foyer del Teatro Comunale (80 posti) e quella del Piccolo Teatro di Via Quadrario (circa 80 posti), da teatro di ospitalità a teatro di produzione. Un traguardo complesso ma raggiungibile nel medio lungo periodo. In questo senso, tutti saremo chiamati a contribuire, ognuno in base alle proprie possibilità e funzioni. Nel breve periodo si dovrà tendere a una stabilizzazione della gestione del teatro nell’ambito delle attività legate alla prosa, a creare una struttura organizzativa solida e professionale a servizio, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale territoriale, a garantire una programmazione innovativa e di qualità e ad avviare produzioni originali che favoriscano la ricerca di nuovi linguaggi.

Auspichiamo una sana collaborazione attiva con le realtà associative territoriali con le quali si dovrà lavorare alla creazione di nuovi pubblici della cultura attraverso un processo attivo e intenzionale volto alla creazione di legami di senso tra le persone e l’organizzazione culturale, in una prospettiva di lungo termine e non episodica. Bisognerà tornare ad accendere degli entusiasmi nelle nuove generazioni a favorire nuove opportunità di formazione professionale e di lavoro nell’ambito della cultura e contribuire con forza allo sviluppo di un nuovo turismo culturale. Sono questi obiettivi strategici che fanno di questo progetto una concreta risposta esecutiva, alle urgenze sociali di questo territorio la cui messa in atto non è più rinviabile. Il Teatro Comunale “Maria Caniglia” di Sulmona diventerà un centro culturale aperto ad una visione europea nella sua accezione multiculturale, creativa e in costante rinnovamento, anche grazie al contributo impareggiabile della cultura e dell’arte. La nostra ambizione ci spinge a considerare il nuovo e a prendere parte ai processi di cambiamento e trasformazione della cultura e delle arti, con particolare riguardo a quelle performative.

 


 

Questo progetto non ha la pretesa di poter rispondere esaustivamente all’ampio corollario di domande possibili sulla tematica del rapporto fra cultura, teatro e società, ma a un quesito: “Che cosa vuol dire per un territorio, un ente, una fondazione, un partner commerciale, investire in cultura e in coloro che fanno cultura?”. “Vuol dire far fronte ad un grande insieme di criticità sociali, economiche e culturali che possono essere affrontate in modo particolarmente efficace attraverso una progettualità appositamente sviluppata e centrata sulla cultura”. È questo che ci ha portato a progettare una nuova idea di teatro comunale, un teatro per la comunità, che sia in grado di produrre capitale sociale nella città di Sulmona, un sistema aperto ed in relazione con l’Italia e l’Europa.

Riportiamo un pensiero, illuminante nella sua semplicità, del Prof. Pierluigi Sacco, economista e consulente del Commissario Europeo all’Istruzione e alla Cultura: “Noi siamo esseri culturali, la cultura è già profondamente radicata anche nelle persone più refrattarie. L’importante è creare le condizioni perché le persone si sentano parte di questo gioco.”

M° Patrizio Maria D’Artista

Teatro Maria Caniglia
Stagione di prosa, Teatro Ragazzi e attività collaterali


Con il Patrocinio e contributo del
Comune di Sulmona – Assessorato alla Cultura


Produzione esecutiva:
Meta Aps


Direzione artistica stagione di prosa, teatro ragazzi e project management:
Patrizio Maria D’Artista


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