IL MEDICO DEI PAZZI

SABATO 06 APRILE 2024 - TEATRO MARIA CANIGLIA - SULMONA

31

Agosto

di Eduardo Scarpetta


con

Massimo De Matteo

e con Giovanni Allocca, Raffaele Ausiello, Chiara Baffi, Andrea de Goyzueta, Angela De Matteo, Renato De Simone, Luciano Giugliano, Valentina Martiniello, Federico Siano


Scene

Luigi Ferrigno


Costumi

Giuseppe Avallone


Aiuto regia

Peppe Miale


Assistente alla regia

Manuel Di Martino


Adattamento e Regia

Claudio Di Palma


Produzione: Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro / SGAT Napoli / Tradizione e Turismo – Teatro Sannazaro

QUANDO

SABATO 06 APRILE 2024 - ore 21.00

DOVE

TEATRO MARIA CANIGLIA - SULMONA

La celebre commedia di Scarpetta, capolavoro assoluto di comicità, rivive di nuova luce nell’adattamento diretto da Claudio Di Palma.

Siamo alla fine degli anni Cinquanta, la filodiffusione invade per la prima volta i luoghi pubblici con l’intento di pacificare gli animi agitati da un vortice di affannoso arrivismo. Qui ritroviamo le avventure di Felice Sciosciammocca giunto a Napoli per fare visita al nipote Ciccillo che gli ha fatto credere di essere medico e proprietario di una clinica “per matti”. Le frustrazioni, le speranze, le ambizioni degli stravaganti personaggi si trasformano in assolute follie agli occhi dello stralunato Sciosciammocca, regalando al pubblico irresistibili spunti di travolgente comicità.

«In taluni casi le scelte registiche rispondono a quel fenomeno di transitorietà creativa che prende il nome di suggestione: un’insinuazione sotterranea, un’induzione a volte anche arbitraria. Nel caso de Il medico dei pazzi, per conseguire le ragioni che hanno spinto allo studio della sua messa in scena, la suggestione ha avuto nome: filodiffusione. […] Una colonna sonora perpetua e sottile il cui andamento muove la necessità di riposare gli animi, di metterli a proprio agio. Animi, invece, all’epoca per nulla propensi all’adagio e agitati piuttosto da un vortice di nuovi interessi quotidiani in cui disinvolto disimpegno ed affannoso arrivismo andavano entrambi assumendo la connotazione del vizio. Una frenesia che porta i segni di un ritmo prevalentemente cittadino a cui la rarefazione della provincia paesana opponeva resistenza inconsapevole. Scarpetta osservava e riportava in scena senza “sentimento” quell’avvertimento del contrario che Pirandello definiva essere la comicità. […] La spietatezza senza compassione di Scarpetta riproduceva così l’antica funzione del teatro: un’occasione di purificazione collettiva.

[…] Ne ‘O miedeco d’e pazze questo disincanto divertito raggiunge probabilmente l’apice più significativo. […]Sembra una satira profonda di costume, forse lo è implicitamente, non certo nella grammatica di scena. Quella è strutturata meravigliosamente per riderne, per riderne e basta.» Claudio Di Palma

 

**La direzione si riserva la facoltà di apportare eventuali modifiche alla programmazione per cause di forza maggiore.