COLLETTIVO I.T.A.C.A.
Scritto e diretto da
Dino Lopardo
Da una idea di
Andrea Tosi
Con
Alfredo Tortorelli Andrea Tosi e Iole Franco
Musiche di
Alfredo Tortorelli
Scene e luci di
Dino Lopardo
Assistente di scena e costumi
Iole Franco
Scritto e diretto da
Dino Lopardo
Da una idea di
Andrea Tosi
Con
Alfredo Tortorelli Andrea Tosi e Iole Franco
Musiche di
Alfredo Tortorelli
Scene e luci di
Dino Lopardo
Assistente di scena e costumi
Iole Franco
SINOSSI
Che cosa successe a Giovanni la sera prima del suo internamento? Di cosa parlò con il fratello? Che rapporto c’era tra i due? Il fratello, Paolo, è stato fin da bambino molto legato al padre, al contrario di Giovanni che invece ha sempre avuto un rapporto privilegiato con la madre. Una madre che i due fratelli hanno conosciuto in maniera differente: Giovanni la ricorda come madre affettuosa, mentre Paolo come la pazza del paese! Lei che, dopo il secondo parto, cade in una forte depressione. Paolo fin da bambino ascolta il padre parlare della madre come un peso, come una palla al piede e di Giovanni come il figlio mai voluto. Giovanni vive sulla sua pelle il non essere accettato come figlio e tacciato dal padre stesso come diverso. Un padre “Padrone”, anaffettivo, chiuso nelle sue convinzioni che non accetterà mai la diversità di suo figlio neanche davanti alla morte.
NOTE DI REGIA
Essere emarginati o emarginarsi? Cosa accade quando un essere umano viene lasciato solo a marcire in silenzio dalla propria famiglia: una famiglia ottusa, retrò, all’antica come direbbe un noto scrittore. L’elemento esilio, allontanamento, confino per certi versi è stato l’oggetto principale di studio in fase di realizzazione di questo primo approccio sul tema ostico del “DIVERSO”.
La famiglia ha un peso specifico, gli affetti, il condizionamento della società. Ho voluto che i protagonisti di questa storia fossero entrambi rinchiusi nelle loro aspirazioni, sogni, vizi e tanta rabbia.
Non c’è chi vince o chi perde ma solo gli eventi che condizionano un essere umano sin dalla nascita. Il punto focale quindi come accennato è propriamente la famiglia perché è la radice da cui ogni individuo mette dei punti essenziali per la propria esistenza ma soprattutto condizione esistenziale. È come un’appendice, un cordone ombelicale mai reciso. Da piccolo Giovanni è stato messo in punizione dal padre perché si è lasciato trasportare dalla scoperta del suo sesso, ha semplicemente amato un altro uomo. Da grande si è rinchiuso in se stesso e nelle sue paure, ossessioni, ricordi belli e meno felici. Non è stato più capace di volare se non con la sua testa e la sua anima sensibile e fragile.
Dino Lopardo